Tra le righe, sulla cinquantesima di cento

TRA LE RIGHE, SULLA CINQUANTESIMA DI CENTO


Una scala porta sempre da qualche parte. Di sicuro qualcuno l’ha voluta lì per comunicare livelli altrimenti isolati come punti su piani differenti, magari vicini ma separati. Sui gradini di una scala che colma distanze ci si muove posizionando passi come note sulle righe di un pentagramma, come si posano le parole su quelle di una pagina vuota che aspetta una nuova storia. Un passo dopo l’altro, la fatica di salire su per la scala sarà la fatica di un viaggio alla scoperta di isole prima sconosciute ma immaginate. Sarà come comporre un’opera o inventare un racconto, un atto creativo che necessita d’ispirazione, di buone intenzioni e di spirito d’avventura. Musiche inedite e nuovi racconti azzereranno vecchie distanze, qualcosa di nuovo nascerà da ciò che divideva, la possibilità di muoversi verso una realtà nuova diverrà un dono. 

Ci si stanca su certe scale, su certe righe le parole faticano a posarsi come faticano i passi pesanti di un viandante stremato su per la salita. Può capitare di fermarsi, lì sulla cinquantesima di cento righe, in attesa di recuperare le forze, in attesa che torni la volontà di proseguire, di scorgere finalmente quella meta ancora invisibile. Manca ancora una nota alla sinfonia per essere completa, un’ultima frase a dar senso alle precedenti di un affaticato racconto. Lì al punto in cui la discesa inizia a tentare e la salita a scoraggiare, su quella riga ostile inseriamo un segnalibro come quando di sera gli occhi si fanno troppo pesanti per affrontare la nuova pagina di un libro soporifero. Muoversi solo per necessità o dovere non produrrà né musica buona né storie avvincenti. Servirebbe un colpo di scena, un’invenzione che ci dia lo slancio per continuare a comporre. Tra quelle righe ci assopiamo aspettando che torni il desiderio della scoperta sperando di sognare ancora quell’avvincente promessa che ci aveva condotti fin qui.

E torna quel sogno, come appare il significato nascosto tra le righe di un romanzo, al di là di quello che a fatica raccontano le parole ritroviamo un senso anche per la più faticosa delle attese. Non smettere di cercarlo ci darà il coraggio di non cedere alla tentazione di fermarci per sempre o peggio a quella di voler tornare indietro.


immaginAzione

La scalinata che collega Corso Umberto I al Duomo di San Pietro a Modica è costellata dalle statue dei dodici apostoli che sembrano sorvegliare i fedeli che si recano all’interno della chiesa. Un’altra delle meraviglie del Barocco della città e dell’intera Sicilia.


immaginAzioni photoblog

© Fotografia e Testi di proprietà di Salvatore Gulino

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento