Eco d’infanzia

Eco d’infanzia


E’ stata l’eco lontana delle vostre giovani voci sospinte dalla brezza a farmi voltare, non il suono monotono del mare ma quello struggente di un tempo lontano. Voci nascoste tra le onde come flebili note che risuonano tra i fruscii di un vecchio vinile che si ostina a girare, e mi chiamano. Soltanto un’eco, un riverbero, è come l’aria celebre di una vecchia operetta che rimbalza tra i palchi e i velluti di un teatro dismesso. Sono io l’unico spettatore, mi soffermo lasciandomi accarezzare dalla malinconia che mi si posa addosso come la polvere sollevata dai vostri gesti.


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Per fotografare non è sufficiente osservare, spesso nella ricerca di una fotografia è altrettanto utile lasciarsi guidare dai suoni. L‘immagine di oggi è, ad esempio, frutto più dell’udito che della vista. 


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© Fotografia e testi di proprietà di Salvatore Gulino

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