L’esempio ai venturi

L’ESEMPIO AI VENTURI


“L’esempio ai venturi”, ecco la frase che ha rapito il mio obiettivo quel pomeriggio di Primavera ai Giardini Iblei. Quasi mai mi soffermo a leggere le targhe dislocate qua e là sui muri della città, figuriamoci mettermi lì a fotografarle. Immagino che come me molti di voi non prestino abbastanza attenzione a questi messaggi dal passato, si messaggi, così mi piace considerarli. Quelli a cui siamo abituati oggi sono certamente meno duraturi di questi che pur arrivando da un tempo lontano hanno il dono poetico di rimare a disposizione dei destinatari praticamente per sempre, annullando quel tempo che invece divora quelli contemporanei.

Certo, un messaggio su pietra sopravvive al suo mittente che così può continuare a parlarci infinitamente ma per attirare attenzione deve avere un contenuto importante, e questo, a mio parere ce l’ha. Parla di “esempio”, un concetto nobile, forse fin troppo per i tempi che viviamo, che sembra infatti appartenere ormai soltanto a quel passato in cui è stato affidato alla pietra; come se qualcuno temesse per la sua sorte, come se il futuro visto da quel tempo non apparisse limpido. Praticamente una profezia.

La targa

“Questo giardino pubblico sorse nel 1858 ad iniziativa di tre egregi cittadini anzi tempo defunti, Cav. Emanuele La Rocca Impellizzeri, Cav. Carmelo Arezzo di Treffiletti, Marchese Giuseppe Maggiore di S. Barbara . La Patria riconoscente ne ricorda i nomi e ne addita l’esempio ai venturi”

Tre persone nell’Italia di centocinquanta anni fa si uniscono con lo scopo di donare alla città uno spazio nuovo ed all’epoca per la Sicilia e per Ragusa certamente moderno, un giardino pubblico. Un luogo da condividere ed in cui condividere la vita, in cui far passeggiare le idee, in cui godere di bellezza e natura. Giardini Iblei di Ragusa Ibla sono dunque un dono. Chiese, viali, alberi, fontane e persino i panorami che li circondano ci sono stati generosamente offerti dalla sensibilità dei tre “nobili” cittadini che questa targa celebra.

Nobili, non tanto per i loro titoli quanto per le loro azioni. Un esempio appunto da additare ai venturi, a noi che potremmo dimenticare come la bellezza a volte sgorghi dalla volontà e dalla generosità. Cittadini privilegiati di un tempo dirà qualcuno, forse; esponenti di una società certamente imperfetta che ha ceduto il passo ad un’alta altrettanto ingiusta, dico io. L‘ “esempio” è ciò che resta al di là dei differenti punti di vista, non l’entità dell’eredità ma il valore morale di un’iniziativa di cui oggi continuiamo a beneficiare.


immaginAzione

La fotografia da cui parte questa riflessione è stata scattata qualche anno fa all’interno dei Giardi Iblei a Ragusa Ibla, quando ancora la patina del tempo ricopriva i suoi sedili in pietra e le facciate dei suoi edifici. Prima insomma dei doverosi restauri che stanno interessando questo scrigno che però, quando “sbiancano” troppo è come se rubassero un po’ di fascino ad un bel volto maturo. Anna Magnani chiese ad un fotografo di non toglierle le rughe che si era conquistata in cinquant’anni di vita, consapevole che la potenza della sua bellezza si nutriva di tutto il tempo che aveva vissuto.

La camicia rossa di questo turista, immobile a leggere quella targa, ha catalizzato il mio sguardo su quelle parole. Così la forza di quel colore mi ha fatto riscoprire l’importanza del prendere ad esempio persone ed azioni meritevoli e non miseri ciarlatani. L‘esempio che la Patria addita a noi, spesso voltati di spalle, non ci invita ma ci ammonisce a proseguire ed a custodire quelle nobili intenzioni.


 immaginAzioni photoblog

© Fotografia e Testi di proprietà di Salvatore Gulino

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