I nostri giorni normali

I NOSTRI GIORNI NORMALI


Solo l’autoradio casualmente sintonizzata sulle frequenze di un radiogiornale mi riportò ai nostri giorni normali.

Fino a quando la mia visione era ancora concentrata soltanto su quel tronco marcio nessun’altra immagine era riuscita a contenderle il dominio sulla mia mente, esisteva soltanto quella. Alle mie spalle dune di sabbia e dritto avanti a me una sottile linea blu, erano questi i soli confini di quell’istante. Niente che riguardasse le faccende odiose dei giorni normali, di quelli confinati tra pareti in cemento e monitor luminosi messaggeri di bassezze umane, nessun indizio sulla presenza di altri al mondo.

Gli eventi di quella realtà non mi riguardavano affatto, nessuno degli attori recitava una parte che prevedesse la mia presenza. La scena si sarebbe svolta comunque, il mare si sarebbe mosso ed il vento avrebbe soffiato, il tronco continuato a marcire. Nessuna mia azione avrebbe, anche volendo, potuto modificare quella sceneggiatura perfetta. Io del tutto rapito da quello spettacolo ed il tutto completamente indifferente a me, alla mia approvazione o al mio dissenso; eppure più che di delusione il mio cuore si colmò di consolazione.

Sapevo di dover tornare ai nostri giorni normali, alle loro storie complicate e senza intervalli, alla loro folla di attori maldestri, ai loro fischi ed ai rari applausi. Avrei dovuto mettermi in tasca un po’ di quella pace per tirarla fuori lì dove c’era guerra, ci provai con la Fotografia.


L‘immagine di oggi è stata scattata sulla spiaggia di Playa Grande, nei pressi della foce del fiume Irminio dove la natura è protetta da una riserva. Pochi i segni dell’uomo, un luogo facile da raggiungere ed allo stesso tempo distante dall’idiozia dei nostri giorni normali.


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© Fotografia e Testi di proprietà di Salvatore Gulino

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