VITA AL TRAMONTO

Qualcuno lo chiama Amore.

Avete mai pensato a quante storie si incontrano su una strada? Ognuno di noi porta la propria nascosta dentro di se, appena nota forse a chi lo accompagna ma totalmente celata a chi distrattamente lo incrocia; si sfiorano le storie, si ignorano ma a volte si toccano, si sommano, diventano nuove storie. Tutto è governato da una sorta di imprevedibilità, niente di razionale o di calcolato sembra animare le mani del burattinaio che tira i fili a cui sono appese azioni e intenzioni degli attori.

Qualcuno lo chiama Destino, la soluzione più semplice, a me sembra più complicato. E’ come se ogni storia portasse con se una “carica”, una sorta di capacità di attrarre o respingere altre storie, è una forza ingovernabile che si autogestisce, che ha regole proprie, a volte ci sembra di averne il controllo ma non è mai così. Passiamo anni a respingerci, sono pochi gli “attori” con la “carica” giusta per noi ma all’improvviso sentiamo quella giusta; il caso, il tempo e la strada ci hanno fatto avvicinare abbastanza ed ecco che due storie si sommano.

Qualcuno lo chiama Amore, la soluzione più romantica, a me sembra più complicato. E’ energia, non è misurabile ed è infinita, come da definizione tutto si trasforma e si rigenera in un moto perenne. Qualcosa o qualcuno ha creato tutto ciò, ha stabilito regole e forze in campo, decide i tempi e chi gioca, stabilisce il luogo, sceglie se a tutto ciò dare forma di Commedia o di Tragedia, schiocca le dita, da il La, batte il ciak.

Qualcuno lo chiama Dio, la soluzione meno originale, a me sembra la migliore.

E’ vita ed è tutto ciò per cui vale la penna “scendere in strada” ad aspettare il nostro attimo, deve esserci una sceneggiatura pronta per ognuno noi. Magari al tramonto, mentre un padre porta il figlio a fare un giro in bici ed un vecchio è a spasso con il suo cane, mentre una coppia discute tranquilla e il mare è in burrasca; magari mentre un tizio scatta una fotografia ad un copione che pensa già di chiamare “Vita al tramonto”.