A truvatura re Muti

“A truvatura re Muti”

Una quercia, una luce, una voce, l’impazienza ed un tesoro ancora sepolto


Vitti na luci, ntisi na vuci…vitti na luci, ntisi na vuci! – “Scava Pippinu, scava! Fai scurari tri voti e torna, nun parrari ccu nudu…mutu ta stari, scava e a truvatura è tutta a to!”

Unn’eritu Pippinu, unn’eritu?!?! Parra!

Sutta e cerza* ranni, cco friscu mi cala sempri u suonnu.

Se a luci era accussì forti allura a vittinu tutti…curremu Pippinu, scavamu sta sira stissa, t’aiutu iu!

Mi scantu Rosa, m’avia stari mutu, avia scurari tri voti…mi scantu! M’avia stari mutu…

Scava, scava ancora…a siri cca! A siri cca…

Chista era a luci Rosa…attonna cca è, turnau! Rosa, Rosa…parra Rosa, parr… picchì nun par… R… 

immaginAzione


In questa mia ultima foto mancano soltanto la voce, Rosa e forse la “truvatura”, ci sono invece tutti gli altri elementi della leggenda di contrada Muti.

La leggenda di contrada Muti

Si narra che un contadino solito ad appisolarsi all’ombra di questa grande quercia*, un giorno venne improvvisamente svegliato da una luce molto intensa, destatosi dal suo sonno profondo udì quindi una voce che gli profetizzava una grande fortuna. Se fosse tornato alla quercia al tramonto del terzo giorno e si fosse messo a scavare, all’ombra dell’albero avrebbe trovato un tesoro di monete d’oro che l’avrebbero reso immensamente ricco. La profezia si sarebbe avverata solo a condizione che avesse taciuto l’accaduto. Ma l’uomo, sconvolto, non vi riuscì e tornato a casa confidò, agitato, tutto alla moglie. La donna, temendo che altri avessero visto quella fortissima luce convinse il contadino a scavare quella stessa sera. Scavarono tutta la notte invano fino a quando, già stremati, una luce intensa come la prima li sorprese a tal punto da renderli per sempre muti. Dicono che la contrada dove vive questo splendido albero si chiami Muti a seguito di questi “fatti”.

La quercia (Quercus pubescens Willd – Roverella) – mappa

Ho scoperto questo luogo di recente e senza conoscerne ancora la storia ho deciso di fotografarlo, così un pomeriggio di qualche giorno fa, al tramonto, ho raggiunto contrada Muti a Chiaramonte Gulfi. Un amabile anziano che pascolava le sue mucche sotto la quercia mi ha accolto come si fa con un ospite di riguardo, mite e gentile il sig. Tumino mi ha chiesto se fossi li per la quercia. Ho risposto di si e ne è nata una piacevole chiacchierata.

Una vita, la sua, lunga 91 anni dei quali parla serenamente nonostante i drammi che l’anno attraversata, è stabile come la grande quercia quest’uomo, forte come i suoi rami. Mi ha invitato a tornare, lo farò.

Tumino - A truvatura re Muti

Dalle mie successive ricerche ho scoperto che questa incredibile pianta è iscritta all’ elenco degli alberi monumentali d’Italia ai sensi della Legge n.10/2013 e del Decreto 23 ottobre 2014 che la tutela e la promuove. Questa creatura vive (età stimata) da circa 400 o 500 anni ovvero, volendo immaginare una data, è qui presumibilmente dal 1500 circa. Ho le vertigini a pensare che facesse già ombra mentre Colombo scopriva l’America o mentre Michelangelo affrescava il Giudizio Universale all’interno della Sistina. Il grande terremoto del 1693 le avrà appena scrollato di dosso le ghiande, insomma non è solo un luogo questo, è un condensato di Tempo.

A truvatura

Inutile raccontarvi dello stupore nel ritrovare nella mia immagine tanti degli elementi di quella leggenda. Non solo il luogo (contrada Muti) e la magnifica quercia, ma anche il tramonto, la luce intensa che filtra dalla sua immensa chioma, il fresco invitante della sua ombra, un uomo che riposa seduto di fianco al tronco. Ho pensato anche a tutte le volte che il sig. Tumino si sarà appisolato sotto questi immensi rami e a quante volte sarà stato svegliato dalla luce intensa del sole al tramonto o dalla voce del vento che tra quelle foglie avrà parlato infinite volte. Allora ho compreso, se c’era quasi tutto non poteva mancare il tesoro, Rosa sarà muta a casa ma la “truvatura” doveva essere lì da qualche parte.

E c’è davvero un tesoro in contrada Muti, è la sconfinata bellezza nascosta all’ombra di questa creatura accogliente, è uno scrigno dalle lucenti monete a cui ho sottratto questo bagliore lucente.

Chiaramonte Gulfi (Ragusa), contrada Muti – 09 Ottobre 2020


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