Sotto un cielo barocco

Sotto un cielo barocco


Anche il cielo qui da noi, se il vento vuole, diventa “barocco”. In quota ne modella le nubi come uno scalpellino la pietra sulle nostre facciate, nuvole e vento come pietre e scalpello, materia e strumento per forme nuove e passeggere. Spirali, giravolte e curve si levano dalla città al cielo della sera, rapite da un vento dolce, strappate da chiese e palazzi si stendono in cielo come colori ad olio su una effimera tela turchina.

Sotto un cielo così, all’ora del giorno in cui la poca luce rimasta gioca col blu, la città si prepara alla notte. La coperta scura del buio non si è ancora stesa sui suoi tetti, i suoi preziosi dettagli si scorgono ancora tra le trasparenze dell’imbrunire ma non sono più sfacciati come sotto il sole del giorno. E’ un gioco seducente di luci appena accese ed ombre solo accennate che provoca gli occhi con visioni intriganti e sfuggenti. Il crepuscolo e i fari elettrici si contendono il racconto degli ultimi istanti del giorno che sempre più stanco cede svelto il passo alla notte.

Si stende leggera la sera su un corpo morbido e invitante, man mano aderisce alle sue forme lasciando intuire quanto serve a sedurre. La città è sempre stata sotto i nostri occhi, esagerata e nuda al sole, ha ostentato le sue forme generose offrendosi a chiunque. Adesso, sotto questo cielo barocco, si fa anche tentatrice, misteriosa la sua pelle si fa accarezzare dalla luce calante del giorno e l’aria si riempie di promesse. Solo occhi innamorati si accorgono delle sue intenzioni ed affaticati raccolgono fino all’ultimo dettaglio possibile cercando materia per i sogni della notte in arrivo.

Il blu si dissolve rapido nel nero e quel cielo barocco sarà presto svanito, altri il vento ne ruberà alla città, altre maliziose sere ne esalteranno il fascino e nuovi occhi se ne potranno innamorare.


La facciata del Duomo di San Giorgio durante un’ora blu ovvero quel particolare momento della sera in cui la luce del cielo è dominata dalle tonalità del crepuscolo.


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© Fotografia e Testi di proprietà di Salvatore Gulino

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