La quiete dopo la tempesta

LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA


Odio quei giorni di tempesta in cui le nubi stazionano sulla nostra testa insistentemente riversandoci addosso tutta l’acqua e il grigio che possono. Nere e piene di se ci negano i colori e la vista dell’orizzonte, ci bagnano e infreddoliti riduciamo anche i nostri movimenti perché i muscoli freddi e contratti non ci consentono più di muoverci come vorremmo, anche l’umore soffre per la luce scarsa. Noi che viviamo in Sicilia mal sopportiamo troppi giorni senza Sole ne loro sopportano noi, un conflitto che spesso risolve il vento che rimedia in fretta trascinando le nuvole oltre l’orizzonte.

La tempesta finalmente si allontana e i colori riprendono il loro posto, il blu sul campanile della Chiesa dell’Idria, il giallo sulla facciata barocca di Palazzo Sortino Trono, il verde sulle vallate e l’azzurro in cielo. La città si mostra nel suo ritrovato splendore, tutta lì da poterla contenere in una sola mano. Quando sostanza c’è, anche se a lungo coperta, prima o poi riemerge come la bellezza di un panorama dopo la tempesta.

“Bon tiempu e malu tiempu nun dura tuttu u tiempu” si dice da queste parti, consolazione e avvertimento riassunti dalla saggezza popolare in questo proverbio “meteorologico” ma non solo, basterà dunque avere pazienza e buon senso e la quiete si farà ancora viva. E se le tempeste non sono fatte solo di nubi e pioggia, il proverbio varrà anche per quelle ancor più fredde del cuore e dell’anima. Arriva sempre un vento che ci soffia sopra.


Ragusa Ibla vista dal sagrato della Chiesa di Santa Lucia in un giorno di quiete dopo la tempesta. Il Sole ha sciolto i muscoli ed anche questa tempesta si è allontanata, è sempre buono il tempo per la fotografia, va bene la nebbia ed anche la pioggia ma è il Sole che possiede i colori.


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© Fotografia e Testi di proprietà di Salvatore Gulino

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